Hai mai notato come il tuo cane ti segua ovunque, scodinzolando felice o lanciandoti uno sguardo amorevole? Questo comportamento non è casuale: riflette il legame di attaccamento che si crea tra cane e caregiver, una relazione che, secondo gli esperti, è sorprendentemente simile a quella che si sviluppa tra genitori e figli.
La teoria dell’attaccamento, originariamente sviluppata dallo psicologo John Bowlby, ci spiega che ogni essere vivente cerca una “base sicura”, una figura di riferimento che offra protezione, conforto e stabilità. Per il cane, questa figura sei tu! Studi scientifici hanno confermato che i cani non solo si affidano a noi per il cibo e la sicurezza, ma anche per un vero e proprio supporto emotivo.
Come noi, anche i cani possono sviluppare diversi tipi di attaccamento. I cani con un 𝐚𝐭𝐭𝐚𝐜𝐜𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐬𝐢𝐜𝐮𝐫𝐨 esplorano il mondo senza timore, perché sanno che il loro umano è lì per loro, sempre pronto a offrire protezione. Questi cani si calmano facilmente e accolgono il ritorno del loro proprietario con entusiasmo, ma senza ansia eccessiva. Al contrario, un cane con un 𝐚𝐭𝐭𝐚𝐜𝐜𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐢𝐧𝐬𝐢𝐜𝐮𝐫𝐨 𝐞𝐯𝐢𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 potrebbe sembrare freddo e distante, come se non cercasse mai il conforto del proprietario perché ha imparato a contare solo su sé stesso. Ci sono poi i cani con 𝐚𝐭𝐭𝐚𝐜𝐜𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐚𝐦𝐛𝐢𝐯𝐚𝐥𝐞𝐧𝐭𝐞, che non sanno mai cosa aspettarsi: desiderano l’attenzione del loro umano, ma allo stesso tempo mostrano comportamenti ansiosi o irrequieti. Infine, c’è 𝐥’𝐚𝐭𝐭𝐚𝐜𝐜𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢𝐬𝐨𝐫𝐠𝐚𝐧𝐢𝐳𝐳𝐚𝐭𝐨, che si osserva spesso nei cani con un passato difficile, magari segnato da traumi o abusi. Questi cani possono alternare affetto e paura, risultando imprevedibili.
Il modo in cui il caregiver si relaziona al cane è fondamentale nella costruzione di questi legami.
Un 𝐚𝐭𝐭𝐚𝐜𝐜𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐬𝐢𝐜𝐮𝐫𝐨, ad esempio, nasce da una 𝐩𝐫𝐞𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐬𝐭𝐚𝐛𝐢𝐥𝐞 𝐞 𝐚𝐦𝐨𝐫𝐞𝐯𝐨𝐥𝐞. Se, ogni volta che torni a casa, lo saluti con calma, voce tranquilla e lo rassicuri quando ha paura di un temporale o del rumore dell’aspirapolvere, gli stai facendo capire che può sempre contare su di te. Il risultato? Lui 𝙚𝒔𝙥𝒍𝙤𝒓𝙚𝒓𝙖̀ 𝙞𝒍 𝒎𝙤𝒏𝙙𝒐 𝒄𝙤𝒏 𝒇𝙞𝒅𝙪𝒄𝙞𝒂, 𝙨𝒂𝙥𝒆𝙣𝒅𝙤 𝙘𝒉𝙚 𝙨𝒆𝙞 𝙞𝒍 𝒔𝙪𝒐 𝒑𝙤𝒓𝙩𝒐 𝒔𝙞𝒄𝙪𝒓𝙤!
Al contrario, un 𝐚𝐭𝐭𝐚𝐜𝐜𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐢𝐧𝐬𝐢𝐜𝐮𝐫𝐨 𝐞𝐯𝐢𝐭𝐚𝐧𝐭𝐞 si sviluppa quando il cane cerca conforto ma 𝐯𝐢𝐞𝐧𝐞 𝐢𝐠𝐧𝐨𝐫𝐚𝐭𝐨. Se, ad esempio, si avvicina per farsi coccolare dopo aver combinato un guaio e tu lo ignori completamente o lo rimproveri senza mostrargli affetto, finirà per convincersi che cercarti non serve a nulla. 𝑫𝒊𝒗𝒆𝒏𝒕𝒆𝒓𝒂̀ 𝒖𝒏 𝒄𝒂𝒏𝒆 𝒂𝒑𝒑𝒂𝒓𝒆𝒏𝒕𝒆𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒅𝒊𝒔𝒕𝒂𝒄𝒄𝒂𝒕𝒐, 𝒎𝒂 𝒊𝒏 𝒓𝒆𝒂𝒍𝒕𝒂̀ 𝒊𝒏𝒄𝒂𝒑𝒂𝒄𝒆 𝒅𝒊 𝒇𝒊𝒅𝒂𝒓𝒔𝒊.
Un 𝐚𝐭𝐭𝐚𝐜𝐜𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐚𝐦𝐛𝐢𝐯𝐚𝐥𝐞𝐧𝐭𝐞, invece, si crea quando il 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐨𝐫𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐜𝐚𝐫𝐞𝐠𝐢𝐯𝐞𝐫 𝐞̀ 𝐢𝐧𝐜𝐨𝐞𝐫𝐞𝐧𝐭𝐞. Magari una sera coccoli il cane come se fosse il tuo migliore amico, ma il giorno dopo sei freddo o distratto. Questo 𝒇𝒂 𝒔𝒊̀ 𝒄𝒉𝒆 𝒊𝒍 𝒄𝒂𝒏𝒆 𝒅𝒊𝒗𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒊𝒏𝒔𝒊𝒄𝒖𝒓𝒐, 𝒑𝒆𝒓𝒄𝒉𝒆́ 𝒏𝒐𝒏 𝒔𝒂 𝒎𝒂𝒊 𝒄𝒐𝒔𝒂 𝒂𝒔𝒑𝒆𝒕𝒕𝒂𝒓𝒔𝒊 𝒅𝒂 𝒕𝒆. Ti guarda con occhi che sembrano dire: “Oggi mi vuoi bene o devo prepararmi al peggio?”.
L’𝐚𝐭𝐭𝐚𝐜𝐜𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐝𝐢𝐬𝐨𝐫𝐠𝐚𝐧𝐢𝐳𝐳𝐚𝐭𝐨, infine, si osserva nei cani che hanno vissuto esperienze traumatiche. Un cane adottato da un rifugio, che in passato è stato trascurato o maltrattato, 𝒑𝒐𝒕𝒓𝒆𝒃𝒃𝒆 𝒂𝒍𝒕𝒆𝒓𝒏𝒂𝒓𝒆 𝒎𝒐𝒎𝒆𝒏𝒕𝒊 𝒅𝒊 𝒆𝒔𝒕𝒓𝒆𝒎𝒐 𝒂𝒇𝒇𝒆𝒕𝒕𝒐 𝒂 𝒊𝒎𝒑𝒓𝒐𝒗𝒗𝒊𝒔𝒊 𝒔𝒄𝒂𝒕𝒕𝒊 𝒅𝒊 𝒑𝒂𝒖𝒓𝒂. Magari vuole salire sul divano per starti vicino, ma quando lo accarezzi scappa, temendo di essere punito. In questi casi, 𝒍𝒂 𝒇𝒊𝒅𝒖𝒄𝒊𝒂 𝒗𝒂 𝒓𝒊𝒄𝒐𝒔𝒕𝒓𝒖𝒊𝒕𝒂 𝒄𝒐𝒏 𝒆𝒔𝒕𝒓𝒆𝒎𝒂 𝒑𝒂𝒛𝒊𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒆 𝒕𝒂𝒏𝒕𝒐 𝒂𝒎𝒐𝒓𝒆, 𝒖𝒔𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒔𝒆𝒎𝒑𝒓𝒆 𝒓𝒊𝒏𝒇𝒐𝒓𝒛𝒊 𝒑𝒐𝒔𝒊𝒕𝒊𝒗𝒊.
Fortunatamente, qualsiasi tipo di attaccamento può essere migliorato con il tempo e l’impegno. Trattare il cane con coerenza, pazienza e affetto è la chiave per favorire un legame sano. Questo significa stabilire routine prevedibili, essere presenti nei momenti difficili e ricambiare sempre il suo amore incondizionato. Il bello del rapporto cane-caregiver, però, è che non si tratta di una strada a senso unico: anche noi umani beneficiamo di questa relazione unica. Interagire con un cane abbassa i livelli di stress, aumenta l’ossitocina (il famoso “ormone dell’amore”) e migliora il nostro benessere generale. (Consultati con un educatore o istruttore)
Quindi, la prossima volta che il tuo cane ti guarda con quegli occhi pieni di fiducia e affetto, ricorda: non sei solo il suo compagno di passeggiate o colui che riempie la ciotola, ma la sua “base sicura”, il centro del suo mondo. E se questo non è amore, cos’è?
Buon fuori ciotola
Paola Santi